NEWS del 20 febbraio 2019 – ILO-MLC 2006 emendamenti 2014 e 2016 in vigore dal 8 gennaio 2019 obbligano gli armatori a formare gli equipaggi.

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      ILO-MLC 2006 i sindacati firmatari dei contratti di lavoro risultano assenti, non si capisce bene se per incompetenza o per convenienza. Andiamo per gradi e cerchiamo di capire se tra gli emendamenti del 2014 e 2016  in vigore dal 8 gennaio 2019 ci sono novità a favore della nostra gente di mare

La Convenzione ILO sul lavoro marittimo – MLC 2006 nota come Carta dei diritti della gente di mare è stata emendata nel 2014 e nel 2016, dal 18 gennaio 2019 gli stessi sono entrati in vigore. La MLC 2006 riguarda tutte le navi di stazza lorda superiore a 5oo tonnellate che operano su rotte nazionali e internazionali. Non si applica alle navi di acque interne , adiacenti alle acque protette o alle zone in cui vigono i regolamenti portuali. Non riguarda inoltre navi impegnate in attività di pesca e operazioni analoghe, alle navi da guerra o ausiliarie.

Tutte le navi devono essere in possesso di due documenti specifici: il Certificato marittimo del lavoro (MLC) e la Dichiarazione di conformità del lavoro marittimo (DMLC), documenti che provano le navi sono in conformità con i requisiti della Convenzione. Al fine di facilitare le attività ispettive e di controllo, l’ILO ha sviluppato linee guida e attività formative per ispettori, funzionari e consulenti legali, che si svolgono regolarmente presso il Centro di formazione dell’ILO con sede a Torino.

Di seguito quanto decreta il Direttore Generale del MIT Ing. M.Coletta a riguardo dell’aggiornamento DMLC Parte I in relazione agli Emendamenti 2014 e 2016 al Codice della Convenzione OIL – MLC 2006:

Allegato 1 DD 1 08_01_2019 implementazione emendamenti 2014 e 2016 alla convenzione OIL MLC 2006

Per comodità di interpretazione di seguito la DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DEL LAVORO MARITTIMO – PARTE I dove si legge: “I marittimi devono essere formati o certificati come competenti o altrimenti qualificati per lo svolgimento delle proprie funzioni conformemente alle prescrizioni dello Stato di bandiera. Seafarers must be trained or certified ascompetent or otherwise qualified to perform their duties according the Flag State’srequirements.” –  COSMAR interpreta questo paragrafo come un obbligo da parte di un soggetto terzo, sia esso società di navigazione o istituzione pubblica, a far si che il marittimo sia formato e certificato come legge comanda a carico di chi ne fruisce  la operatività. La gente di mare non deve pagare di tasca propria i corsi per i certificati di nuova stesura e di aggiornamento. Chiaramente si legge i marittimi devono essere formati e non che si devono formare.

Allegato 2 Modello di DMLC PARTE I

Si invitano  tutti i marittimi che ritengano non essere salvaguardati nei termini stabiliti dall’ILO-MLC 2006 a rivolgersi a COSMAR che si impegna a verificare i reclami ed agire conseguentemente anche, se del caso, rispettando l’anonimato.

COSMAR è la casa dei professionisti del mare al servizio della gente di mare.  Dai forza alla tua voce, iscriviti adesso ! Per informazioni scrivi a segreteria@cosmar.org o chiama il 329 455 5682

 

     Randagio Blogini

 

 

 

 

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2 risposte

  1. Egregi Sig.ri Buona sera,
    apprendo con enorme gioia le novità introdotte dalla MLC 2006 attraverso i suoi ultimi emendamenti e apprezzo di buon grado il fatto che ci sia finalmente qualcuno come Voi che coglie gli aspetti e cerca di migliorare il sistema. Purtroppo nonostante ci siano i presupposti per rimediare al lungo e grande disordine imposto negli ultimi anni ai marittimi italiani sulla formazione, il passo verso una risoluzione all’oneroso carico che la formazione stessa impone solo per una interpretazione di quanto riportato negli ultimi emendamenti MLC è ancora lungo e complicato.
    Se però anche in un sistema malconcio come quello italiano i “goals” restano quelli di riuscire a formare il personale e i “challenges” sono realmente quelli di gravare il meno possibile sul lavoratore rendendolo professionalmente preparato nel minor tempo possibile e internazionalmente competitivo, permettetemi di illustrare i seguenti punti:

    1) eccetto che per Direttori e Comandanti, attualmente il sistema italiano prevede un rimborso agli armatori che investono sul proprio personale con contratto a tempo indeterminato. Nessuno armatore investe (eccetto le grandi Società) perchè è un esborso di denaro a rischio di fuoriuscita di personale formato e con i lunghi tempi di rimborso statali. Il fatto che neppure ci sia una legge che rende obbligatori i rimborsi al personale a tempo determinato la dice lunga sulla validità dei nostri contratti fasulli e fatta la legge trovato l’inganno si rischierebbe di avere quasi tutti a tempo determinato.
    2) Antonio, Mario e Giovanni lavorano rispettivamente per le società A, B e C. Se tutte e tre le società pagassero la formazione la fuoriuscita di Antonio dalla società A sarebbe compensata dall’ingresso di Giovanni dalla società C e via via combinando le situazioni tra loro. Teoricamente non fa una piega ma non tiene in considerazione come potrebbero sopravvivere le piccole/medie società, nè tiene conto di come sopravvivono invece le “grandi” società.
    3) Chi si paga da solo la formazione sta facendo sicuramente investimenti su se stesso ma non in maniera parassitaria ma per il benessere dell’economia: corsi=lavoro= meno disoccupati= capacità di reddito= tasse pagate. Chi investe i propri soldi nella propria formazione continua a pagare tasse su una fetta di reddito che ha usato obbligatoriamente per non essere un parassita attaccato ai sussidi dello stato senza che siano minimamente considerati i risvolti di cui sopra. Contrariamente uno studente universitario o lavoratore magari statale che intraprende la via della formazione per se e la sua professione può usufruire delle detrazioni per corsi professionali, universitari o para-universitari. I corsi per marittimi non sono mai rientrati in nessuna di queste categorie e per tanto impossibili da detrarre dalla dichiarazione.
    3) qualche anno fa furono investiti, per le nuove leve, i fondi della Comunità Europea per la formazione degli allievi che potevano finalmente fare formazione gratuita nei centri che ne facevano richiesta per i corsi base di introduzione al mondo del lavoro. Discorso valido ma senza alcuno prosieguo viste le difficoltà per i centri di gestire i fondi (tempi troppo lunghi e spese troppo onerose), viste le difficoltà legate al fatto che tali fondi sono mal gestiti a livello centrale (l’Italia usa il 36%, la Polonia usa il 92%) , viste le difficoltà che a dire tutta la verità tali sussidi impongono nel “non esagerare con i prezzi fai da te” di molti centri, viste le difficoltà dovute alla domanda da parte degli allievi che pur usufruendone si sentono rispondere che se non provengono da una accademia non lavoreranno, viste le difficoltà per gli allievi hanno grazie ad un contratto che non li vede più marittimi, ecc…
    4) in italia esistono i cosiddetti “Fondi Interprofessionali”. Cosa sono? Ecco…..
    “Tutte le aziende hanno a disposizione la possibilità di formare – in modo completamente gratuito i propri dipendenti.Molte aziende fanno formazione gratuita con docenti specializzati da diversi anni, ottenendo un costante miglioramento della qualità, competenza e preparazione del proprio personale.Tutti i mesi, con il pagamento dei contributi obbligatori, le aziende versano una quota corrispondente allo 0,30% della retribuzione dei lavoratori – all’INPS come “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”. Da alcuni anni, è possibile per le aziende scegliere a chi destinare lo “0,30%”, se all’INPS oppure ai Fondi Interprofessionali. Se si fa questa seconda scelta, senza nessun onere aggiuntivo e senza nessun vincolo è possibile richiedere di ricevere – in cambio – formazione in modo del tutto gratuito.
    Sempre più aziende, scelgono di non sprecare il proprio 0,30% e di destinarlo ad un Fondo Interprofessionale per poter ricevere Formazione finanziata.
    5) Poi ancora in italia esistono i Fondi Paritetici Interprofessionali. Cosa sono i Fondi Paritetici Interprofessionali? Ecco….
    “I Fondi Partitetici Interprofessionali (Legge 388/2000) sono organismi di natura associativa promossi dalle organizzazioni sindacali e finalizzati alla promozione di attività di formazione rivolte ai lavoratori occupati. Sono autorizzati a raccogliere lo 0,30% versato all’INPS e a ridistribuirlo tra i loro iscritti.
    Destinando lo 0,30% a un Fondo Interprofessionale, l’azienda avrà la garanzia che quanto versato – per obbligo (Legge 845/1978) – le possa ritornare in azioni formative volte a qualificare – in piena sintonia con le proprie strategie aziendali – i lavoratori dipendenti.
    L’adesione a un fondo non comporta alcun costo ulteriore per le imprese e – in qualsiasi momento – è possibile cambiare Fondo o rinunciare all’adesione.
    Quali sono i vantaggi?
    L’adesione è libera e gratuita. Aderire a un Fondo Interprofessionale comporta numerosi vantaggi, tra cui:
    • accrescere la competitività dell’impresa;
    • ridurre i costi aziendali sostenuti per la formazione;
    • partecipare attivamente a iniziative formative adeguate ai bisogni e alla realtà dimensionale dell’impresa;
    • soddisfare le proprie esigenze formative;
    • consolidare la capacità dell’azienda di trovare nuovi sbocchi nel mercato, grazie all’aumento di know-how conseguente alla valorizzazione professionale dei dipendenti.
    Come beneficiare di questa opportunità nel modo più semplice ed efficace?
    Il modo più semplice è quello di affidare tutta l’attività a un service esterno che gestisca sia la procedura di finanziamento sia l’erogazione dei percorsi formativi.
    6) Ci sono ancora molte realtà nella flotta italiana dove la MLC non viene recepita o viene male interpretata o viene rimandata a numerosi interpelli presso il ministero o viene semplicemente stravolta: nessuno se ne accorge.
    7) se anche ci fosse una società disposta a finanziare la formazione del personale a proprie spese, come si potrebbe accettare che un corso che fino a qualche anno fa costava sulle 200/300/400 euro ora venga fatto pagare 1000 euro se sis parla del refresh o 2000 euro se si parla di farlo ex novo? mi riferisco al disguido dei MAMS
    8) la competività si copia mirando anche ad altri modelli che funzionano: nessuno lo fa.
    9) la formazione resta valida e lo è fin dall’inizio se abbraccia l’intero campo lavorativo dai Direttori/ Com.ti al Mozzo ed è valida se abbraccia tanto le nuove leve quanto le vecchie che di formazione non ne hanno mai abbastanza ma dalla loro hanno almeno l’esperienza. il sistema italiano copre la testa ad uno e scopre i piedi all’altro.
    10) la formazione esce da questa pozza stagnante, così come il lavoro e la preparazione del personale che ne consegue, mirando a raggiungere accordi con stati esteri che non sono “imbarchiamo i vostri marittimi” ma “imbarcate i nostri marittimi anche a costo di sgravi fiscali e riduzione della pressione fiscale su chi assume italiani”, che sono andare a copiare gli standard di addestramento altrui e farli propri per essere preparati come ad esempio sul modello inglese: parliamo di preparazione e formazione ed il nostro contratto prevede formazione gratuita solo per Com.ti e Direttori i quali spesso neppure sanno mettere 2 parole in fila di inglese per fare una frase di senso compiuto.
    11) potrei continuare fino a domani……

    alla luce di quanto sopra credo che la migliore arma sia quella di togliere lo scettro dalle mani di società e centri che troppo spesso per una loro sopravvivenza condannano il marittimo a non essere nè pronto nè competitivo e soprattutto soddisfatto di considerare questo nuovamente come un bel mestiere da fare.

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