News del 25 febbraio 2020 – Inchiesta – L’equipaggio Ro-ro Grande Nigeria sequestrato in porto a Dakar.

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   Il 4 gennaio 2020 abbiamo scritto: “Nave sequestrata in Senegal a Dakar, comandante e primo ufficiale di coperta per mesi rinchiusi in galera senza aver commesso nulla e privi anche di un valido capo di imputazione, ebbene a qualcuno risulta che i media italiani abbiano diffusa questa notizia?  Solo COSMAR, proprio in virtù della propria indipendenza, ha dato voce ai nostri connazionali letteralmente sequestrati in Senegal, per cui finalmente sono stati scarcerati ed in seguito rimpatriati”.

Era il 18 agosto quando denunciammo la assurda detenzione di cui sopra ed il conseguente fermo dell’equipaggio ai domiciliari sulla nave sequestrata in porto perché la dogana di Dakar aveva trovato a bordo un ingente carico di cocaina stivata dentro alcuni bagagliai delle automobili sequestrate, bagagliai che ricordiamo esse stati regolarmente sigillati dalle competenti autorità brasiliane, prima della partenza.  In pratica nessun capo di imputazione fu trasmesso ai nostri marittimi. Alla fine coloro i quali  erano stati ingiustamente rinchiusi in galera furono scarcerati e solo in seguito loro e tutto l’equipaggio rimpatriati dopo mesi e mesi di calvario e senza che i media italiani ne facessero cenno, fatta eccezione per COSMAR e il Golfo24. Giusto per chiarezza ricordiamo che all’armatore Grimaldi erano stati richiesti 240 milioni di euro che non ci risultano essere stati pagati.

Con nave sequestrata sempre a Dakar, la società armatrice Grimaldi imbarca un nuovo equipaggio in sostituzione di quello fortunatamente rimpatriato dopo non poche negative vicissitudini. Uno “scienziato” della Grimaldi imbarca anche un giovane allievo ufficiale di coperta al suo primo imbarco, ripetiamoci: “lo scienziato” di Grimaldi manda nella fossa dei leoni un giovane al suo primo imbarco; ogni commento è superfluo.

  Adesso cominciamo a raccontare una storia tanto incredibile quanto veritiera. L’equipaggio nuovo imbarcato, dal momento che la nave era in banchina sequestrata, non se ne sta con le mani in mano in attesa che la questione, prettamente economica, si risolva, ma come di prassi inizia a mettere in atto una serie di manutenzioni. Durante questi lavori che comprendono anche ispezioni di verifica corretta funzionalità degli impianti di bordo, in una bocca di ventilazione sita a poppa della nave sono stati rinvenuti dallo stesso equipaggio quattro zaini di colore nero. Come previsto dall’ISPS code, International Ship and Port Facility Security Code, parte integrante della SOLAS cap. XI-2., che viene adottato per garantire la sicurezza marittima, ovvero la sicurezza per prevenire (nonché sopprimere) la sussistenza di atti illeciti intenzionali, il comandante della nave, come suo dovere, avverte immediatamente il Responsabile della Security della Società Armatrice e di concerto avvisano le autorità del rinvenimento di queste quattro sacche sospette. Il comandante e l’equipaggio non conoscevano il contenuto delle sacche, per ovvie ragioni di sicurezza (avrebbero potuto contenere esplosivo) spettava alla autorità senegalese addetta alla security procedere ai rilevamenti. Dai controlli effettuati risultavano contenere complessivamente 120 chilogrammi di cocaina. Perquisendo l’intera nave non sono state rinvenute ulteriori sostanze. Ricordiamo che l’attuale equipaggio si trova a bordo della nave in sostituzione di quello presente al primo sequestro avvenuto in giugno 2019. Dopo qualche giorno sono avvenute le deposizioni di rito a bordo della nave da parte delle autorità senegalesi in presenza del legale senegalese rappresentante la compagnia, e dopo un paio di giorni è avvenuta un ulteriore perquisizione molto più approfondita  con membri dell’ INTERPOL. In seguito alla vicenda le autorità hanno ritirato i passaporti dell’equipaggio rendendoli di fatto agli arresti domiciliari. 

Insomma, per i membri dell’equipaggio oltre il danno la beffa. Loro assolutamente innocenti, anzi sono stati ben attenti e scrupolosi nel seguire la normativa internazionale in termini di security, si trovano nella assurda posizione di essere sequestrati, in pratica ai domiciliari senza neanche poter scendere dalla nave e con l’assurdità che nessun capo di imputazione è stato loro formulato.

La nave fin dal primo sequestro e fermo di giugno 2019 e’ presidiata da 4 guardiani locali uno dei quali fisso sul luogo in questione, un altro presidia la prua e 2 sulla rampa di accesso, ci sono anche numerose telecamere del terminal che monitorizzano continuamente la nave e i suoi punti vulnerabili, praticamente sotto controllo continuo. Basterebbe questo per scagionare inequivocabilmente l’attuale equipaggio a dimostrazione che le sacche erano a bordo ben prima dell’arrivo della nave a Dakar.

Sembrerebbe che tutta la faccenda sia stata posta nel limbo del silenzio, nessuno si è attivato al fine di informare i familiari né tantomeno avvisato il Consolato italiano a Dakar dell’accaduto e del vero susseguirsi dei fatti. il Consolato Italiano in Senegal ha appreso la notizia, tra l’altro falsata, del nuovo rinvenimento di sostanze stupefacenti dai giornali locali che hanno enfatizzato lo scoop del ritrovamento come merito delle autorità locali, e non bensì come denunciato da parte del comandante della nave. E’ solo grazie all’interessamento di parenti dell’equipaggio italiano che è stato informato il Ministero degli Esteri e di conseguenza il Consolato Italiano in Senegal.

Il legale rappresentante della Grimaldi in Senegal a tutt’oggi non ha fatto avere nessuna notizia all’equipaggio in merito all’andamento delle indagini sui membri, interfacciandosi solo con la compagnia, tenendo tutti all’oscuro di qualsiasi notizia. Dall’andamento dei fatti si presuppone che gli interessi della compagnia prevalgano sulle risorse umane che sembrano essere abbandonate a se stesse, senza riferimenti, certezze, in balia della sorte.

Ci sconcerta l’appurare che tutti i media italiani nascondono la notizia, ci piacerebbe sapere da quale padrone hanno ricevuto questo perentorio ordine.  Un pensiero lo dedichiamo a CGIL – UIL e CISL per il loro indecoroso silenzio e connivenza con i poteri forti, del resto se si intascano 300 euro per ogni marittimo imbarcato sulle navi con registro internazionale battenti bandiera italiana, tra queste anche quelle della società di navigazione Grimaldi, come è possibile per loro stare dalla parte dei marittimi per poi rischiare di vedere annullato l’accordo economico stipulato con la parte datoriale ?

COSMAR chiede che la Farnesina (Ministero degli Esteri) convochi immediatamente l’ambasciatore a Roma del Senegal al fine ci renda nota la vera ragione per cui i nostri connazionali sono ingiustamente di fatto sequestrati in un paese straniero privi di passaporto

COSMAR continuerà a dar voce ai nostri connazionali incurante delle, per così dire, velate minacce che già in passato ci erano pervenute da giornalisti di quotidiani filo-governativi senegalesi.

Randagio Blogini

 
 

 

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2 risposte

  1. Tutto da rifare!
    Occorre un Ministero del Mare .
    Non sappiamo piu’ se avere paura dalla Mafia o dei Sindacalisti …o della marina militare..o delle guardie costiere..o dagli stessi Armatori..
    Perche’ devo avere paura della legge..? Io devo avere paura della mafia…Non occorrono piu’ i soliti Sindacati..fatevene una ragione..E Imparate a Denunciare gli illeciti . IO MI FIDO DI COSMAR! SIATE LIBERI… CON QUALSIASI SINDACATO ..MA CHIEDETE RISPETTO.
    ** Non abbiate paura della legalita’**

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