Una lettera scritta da un passeggero a bordo della Andrea Doria

Andrea-Doria-II-parte

Gibilterra 20-7-1956
Miei carissimi, Noi (io e la bambina) bene così mi auguro che la presente trovi tutti voi. Approfitto per scrivervi che la bambina dorme. Non vi posso descrivere come si diverte. Incomincio col dirvi che abbiamo un’ottima cabina. E’ quasi a prua della nave ed è quieta. La nostra piccola ormai conosce la strada di tutti quei corridoi per arrivare sino alla nostra cabina e dice: andiamo a casa. In fondo non sbaglia quella cabina per il momento è la nostra casa.
Poi sono privo di dare un passo: come ti chiami e lei risponde a tutti come si chiama e dove va.
Ed andiamo alla salute. Certamente a quest’ora peppiannino vi avrà detto della mia preoccupazione perché non voleva assolutamente mangiare. e sino alle dieci di mercoledì mattina ero veramente preoccupato ma poi mentre andavamo per Napoli incontriamo un tizio che vendeva banane glie ne prendo una e se la mangia con avidità.; poi glie ne prendo un’altra e se la mangia pure, poi si mangia una pesca e non vuole più niente. A mezzogiorno mangia la sua razione e da allora mangia con tale appetito che molte volte sono costretto a fare togliere al cameriere i piatti che si mangia il suo e parte del mio.
Vorrei che foste presenti per essere sodisfatti anche voi. Poi fra un intervallo e l’altro del pranzo si mangia un panino. Anche la tosse l’ha molto ma molto meno ma io le continuo ugualmente lo sciroppo fino a che lo finisce.
A Napoli ho avuto consegnata una lettera di Nenè e penso che ce ne sarà un’altra a Gibilterra.
Il mio divertimento con la bambina è durante il giorno che giriamo per la nave e ogni tanto vuole vedere il mare e mi domanda dove sono le barchette papà? lei non concepisce il mare senza le barche ed io le spiego perché non ce ne sono .

C’è la gente tutta intorno e c’è chi le dà un pizzicotto chi una carezza e lei che indovina chi è e ridendo le fa: vatinni.
Però non dovete piangere se no la prossima lettera vi arriverà con i saluti e baci.

Ed ora sentite questa. Ogni primo giorno di viaggio si fanno le prove di salvataggio ed ognuno di noi ha un salvagente compreso i bambini. Quando portai la bambina sul ponte di salvataggio con il salvagente indossato è fissata la prova e si corre intorno alla bambina.. La nostra piccola con tutta la faccia tosta che voi le conoscete si metteva a ridere e si metteva imponente. Lo stesso Comandante in seconda se l’è presa in braccio. Ci siamo fatti le fotografie con il salvagente e se verranno buone ve le invierò. Come vedete vi ho dettagliatamente descritto il nostro primo tratto di viaggio. Speriamo che il resto sia buono come questo. Intanto mi saluterete i parenti e gli amici che domandavano di me. Baci ed abbracci da me, dalla bambina a tutti voi. Vostro figlio e fratello Mimì.

Caro Nenè fammi sapere se queste sigarette ti piacciono. Le esportazioni qui si comprano a L. 60 ogni pacchetto di 20. Baci.
Mimì

E’ una lettera scritta nel “primo tratto” di un viaggio che avrebbe dovuto consentire a Domenico Palmeri e alla piccola di abbracciare, una volta giunti in America, Innocenza Siracusa rispettivamente moglie e mamma dei due e che invece per loro è stato l’ultimo viaggio della loro breve vita terrena.

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