Favola dedicata a tutti coloro che lavorano in mare ed ai loro bambini.

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Una mattina, all’alba, il mare li ha chiamati. Al mare piace alzarsi col sole così prendono il caffè insieme e parlano di come andrà la giornata, se sarà di buon o cattivo umore a seconda delle temperature, del vento, del clima, di molte variabili insomma. Ha convocato tra tantissimi solo alcuni eletti tra uomini e donne. Ha parlato loro e ha chiesto di seguirli. “D’ora in poi sarete mie amiche, miei amici, mie compagne e compagni di avventure, trasporterete cose utili, soccorrerete quando ci sarà bisogno, vivrete per mesi su piattaforme dove tutto è azzurro: il cielo sopra la testa e il mare sotto i piedi. Faticherete molto, lavorerete intensamente e in situazioni difficili ma non sarete mai sole né soli, io ci sarò sempre, dovrete tollerare il mio carattere burrascoso ogni tanto”.

Chi ascoltava fu ipnotizzato dalla chiamata del mare, come sotto l’effetto di una pozione magica. Da allora il mare è la loro casa. Si è preso cura di loro, li ha accolti nella sua grandezza, nel suo interminabile blu, tra le sue onde, talvolta nella sua calma, talvolta nella sua rabbia.

Perché chi vive e chi lavora per mare consegna anche sogni, speranze. Ricordo ancora una enorme nave container che per mesi visse nell’Oceano Atlantico. Dopo una lunghissima traversata tra tempeste, sirene e strani animali, finalmente il container arrivò a destinazione. Il pacco era destinato ad un certo Edo. Quando suonarono il bimbo corse alla porta. Entusiasta e sorpreso aprì il pacco inaspettato. Non fece in tempo a scartarlo che magicamente uscì solo una luce. Ma il bambino, essendo tale, colse subito la preziosità e l’unicità del regalo. Il pacco conteneva l’orizzonte. Per la precisione un orizzonte nuovo, una linea di stupore, di conoscenza. Che gli aveva regalato chi per mesi era stato per mare. Perché solo quegli occhi riescono a vederlo e a catturarlo.

Questa favola è per tutte e tutti quelli che lavorano e vivono in mare: perché custodiscono e consegnano nuovi orizzonti. Ogni giorno.

Agnese Bizzarri

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